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22.2.2025

Meta nei guai per violazione di copyright: LLaMA addestrato con libri piratati?

In due parole

Meta, il colosso di Facebook e Instagram, è accusata di aver usato enormi quantità di libri piratati per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale LLaMA. L’accusa ha scatenato polemiche e una class action per violazione del copyright. Ancora una volta, vengono sollevate importanti questioni etiche e legali riguardo all'addestramento dell’intelligenza artificiale.

LLaMA nel mirino: Meta ha usato libri piratati per l’addestramento?

Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, è al centro di una nuova bufera legale. Secondo documenti del tribunale, avrebbe utilizzato quasi 82 terabyte di libri piratati per addestrare il suo sistema di intelligenza artificiale (IA), in particolare il modello LLaMA.

Si tratta di decine di milioni di libri, ottenuti da biblioteche digitali non autorizzate. Questo materiale sarebbe protetto da copyright e usato senza alcun permesso formale.

Se le accuse fossero confermate, Meta potrebbe dover affrontare pesanti sanzioni economiche e danni alla sua reputazione.

Meta sapeva dei rischi etici e legali?

Alcune comunicazioni interne dimostrano che il problema era noto all’interno dell’azienda già dal 2022. Un ricercatore aveva dichiarato chiaramente: "Non credo che dovremmo usare materiale piratato". Un altro dipendente aveva aggiunto che "l’utilizzo di materiale piratato dovrebbe superare la nostra soglia etica". Nonostante ciò, sembra che Meta abbia proseguito, cercando anche di evitare di essere scoperta.

Durante una riunione tenutasi a gennaio 2023, il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, avrebbe spinto per velocizzare lo sviluppo dell'IA in azienda, nonostante le obiezioni interne. Questa determinazione avrebbe contribuito, secondo le accuse, all'utilizzo di materiale piratato su vasta scala.

In un messaggio dell’aprile 2023, un dipendente sconsigliava di usare gli indirizzi IP aziendali per accedere a contenuti piratati. Un altro aggiungeva: "Il pirataggio da un computer aziendale non sembra corretto".

Insomma, pare che l'azienda abbia consapevolmente aggirato le leggi sul copyright e che abbia cercato di evitare collegamenti diretti con il materiale illegale..

Non solo Meta: il copyright nell’IA è un problema aperto

Meta non è l'unica azienda tech a dover affrontare problemi legali per l'addestramento dell'IA. Anche OpenAI è stata citata in giudizio più volte per presunto utilizzo di libri protetti da copyright senza autorizzazione, e Nvidia è sotto esame legale per l'addestramento del suo modello NeMo su quasi 200.000 libri.

Questa vicenda è solo l’ultimo esempio che solleva importanti questioni etiche e legali sull'addestramento dell'intelligenza artificiale. L'utilizzo di materiale piratato non solo viola il diritto d'autore, ma mette anche in discussione la correttezza e la trasparenza dello sviluppo dell'IA. L'innovazione dell’IA ha ancora molta strada da fare per garantire il rispetto dei diritti d'autore, e in generale un approccio etico e sostenibile. La questione rimane aperta e richiederà un dibattito approfondito.

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